Per valutare quale sia l’elettrodomestico più adatto alle proprie esigenze, bisogna considerare una serie di aspetti come qualità del succo ottenuto, resa, usabilità e prezzo. Sia la centrifuga che l’estrattore possono lavorare qualsiasi genere di ortaggio, frutta e verdura, ma con risultati leggermente diversi.
In linea di massima, un succo estratto è più denso rispetto a un centrifugato, perché contiene una maggior quantità di polpa e fibra in sospensione.
L’estrattore produce un liquido più omogeneo, mentre la centrifuga restituisce un composto che tende a separarsi se lasciato riposare. Il centrifugato è più “liquido” in bocca, ed è ricco di schiuma nella parte superiore. In genere, il centrifugato risulta più limpido dell’estratto, ma questo non incide in alcun modo sulla salubrità del succo. La scelta tra l’uno e l’altro dipende essenzialmente dai gusti personali.
Per quanto riguarda le proprietà nutrizionali, e quindi la salubrità, è opinione diffusa che il centrifugato subisca una serie di alterazioni chimico fisiche dovute all’alta velocità e quindi al surriscaldamento indotto dalla centrifuga. Secondo questa tesi, l’azione meccanica e il conseguente innalzarsi della temperatura andrebbero a influire negativamente sull’apporto vitaminico e sulle benefiche proprietà nutrizionali del prodotto. In realtà non è così.
Studi più approfonditi hanno infatti dimostrato che a livello organolettico, sia l’estratto che il centrifugato conservano in maniera del tutto simile vitamine, proteine ed elementi nutrizionali presenti in origine in frutta e verdura.
La differenza tra i due risiede invece nella capacità di conservazione. Un estratto si conserva molto più a lungo, rispetto a un centrifugato: questo infatti deve essere bevuto entro poche ore (tre o quattro al massimo), mentre il primo rimane inalterato per uno o due giorni. Tali valori in ogni caso variano a seconda del tipo di frutta o verdura che si intende lavorare.
A parità di peso della materia prima utilizzata, se si lavorano frutta, ortaggi e materiale più duro l’estrattore di succo riesce ad ottenere una maggior quantità di succo rispetto alla centrifuga, e lo scarto solido può essere recuperato e riutilizzato in cucina. Mediamente la resa di un estrattore (cioè il rapporto tra il peso degli ingredienti inseriti e il peso del succo ottenuto) supera di poco il 62%, mentre quella di una centrifuga si attesta intorno al 55%. Al contrario, la centrifuga permette una resa migliore con la verdura in foglie, come ad esempio bieta, cicoria o spinaci.
Sia la centrifuga che l’estrattore devono essere smontati dopo l’utilizzo, e puliti a fondo. Trattandosi di elettrodomestici da cucina, la loro sanificazione è di vitale importanza. La centrifuga si compone di un minor numero di parti che entrano in contatto col cibo, rispetto a quanto riscontriamo in un estrattore, risultando quindi più facile da pulire e assemblare.
Tuttavia, tra i due l’estrattore è lo strumento più versatile. A differenza della centrifuga infatti, oltre a estrarre succo (e conservare la polpa in un contenitore separato) può essere utilizzato per preparare passate di pomodoro, sorbetti e latte vegetale. È anche lo strumento più silenzioso tra i due, per via della minor velocità di rotazione del motore.
Il prezzo di una centrifuga è in genere inferiore, rispetto a quello di un estrattore di succo. La prima si può acquistare con una spesa a partire da circa 70 €, con un costo che può raggiungere i 500€ nel caso degli apparecchi più performanti (escludendo il settore professionale). Per un estrattore di succo la spesa minima si aggira sui 100 €, ma può raggiungere tranquillamente anche 1500 €.